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By Elysion Roh
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Creative Commons Attribute-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia LicenseAttenzione, avviso ai lettori: "Inno alla Notte" è in realtà il preludio a tre capitoli di un'altra Ff. E'anche una delle mie Ff rinnegate, ossia le prime che ho scritto e che oggi come oggi non rifarei mai uguali... Se vi piacerà, la posterò volentieri. Io "vado a commenti", nel senso che aspetto sempre un certo numero di critiche prima di postare...che autrice capricciosa...spero che vi piacerà! Buona lettura!
La luce è bella.
E’ bella perché grazie a lei posso vedere i riflessi brillanti fra i suoi capelli, i suoi occhi luminosi.
Ma io preferisco la notte…
…perché lontano dal sole …
…lui può essere mio.Non ci sembrava vero…una settimana libera.
E neanche una settimana qualsiasi…mancavano solo due giorni. Halloween.
Abbiamo sempre adorato Halloween: la possibilità di cambiare aspetto in modo tanto radicale da non essere riconosciuti nemmeno dai propri cari…o dai propri fans.
Eh già. Io e Bill avevamo deciso, quest’anno, di correre il rischio ed uscire senza nessuna precauzione per poi mescolarci fra la folla…la folla di Parigi.
La nostra città non è molto grande. Non ci sono superlocali in cui divertirsi, niente di niente…così il mio caro gemellino ha pensato bene di trascinarmi qui. Quattordici ore di scomodissima auto per poi trovarci al nono piano di un comunissimo Novotel a La Défense.
Lui ovviamente è in brodo di giuggiole.
Saltella in giro per la stanza da un quarto d’ora.
<<guarda, abbiamo la stanza sull’angolo! La vedi? E’ la Senna! E là si vede il Sacro Cuore!!! E quel tempietto? Quello lì bianco! Vieni a vederlo? Tomiii…>>
Si gira e mi osserva, l’espressione entusiasta di un bambino.
Ah, non mi frega….non me. Lo so che non è assolutamente ingenuo come vuol farmi credere.
Lo stuzzico un po’.
<<sì, si….vedo….>>
Un’espressione corrucciata ed infantile.
<<che entusiasmo.>>
Gli sorrido, un sorrisino carico di significato.
Sa che al momento non me ne può importare di meno della Tour Eiffel, o dell’Arco di trionfo.
Saltella verso di me. Mi aspetto qualcosa, ma mi supera ed entra nel bagno. Perfido. Bambino perfido.
<<sbrigati a prepararti, il sole è tramontato. Voglio uscire!>>
<<cucciolo, abbiamo viaggiato ore…stiamo giù un giro…>>
Mi avvicino alle sue spalle e lo abbraccio da dietro. Mi sorride allo specchio nel quale si stava aggiustando i capelli. Beh, almeno ha scelto di limitarsi a piastrarli…
<<non…-si gira verso di me e mi bacia con un sorriso-…ci pensiamo…-un altro bacio-…neanche, Tomi. Fuori, adesso>>
Mi sorride, mi prende per una mano e mi trascina davanti all’ingresso.
Dieci minuti dopo stiamo passeggiando sul ponte che attraversa la Senna. Avrei dovuto evitare persino di provarci…sono anni che mi comanda a bacchetta.
I francesi che ci sorpassano sono tutti presi dalla loro quotidianità. Pensavo che avremmo avuto problemi, invece qui non si accorgerebbero di un terrorista nudo.
Lo prendo per mano.
<<tomi, guarda…>>
Ci fermiamo. Sposto i miei occhi su di lui. Sta guardando in alto, a sinistra. Seguo la sua traiettoria…c’è la famosa Tour Eiffel, l’hanno illuminata.
<<sai che oltre a quelle luci dorate, i primi dieci minuti di ogni ora ne accendono di blu intermittenti?>>
Mi guarda ammirato. Lo attiro verso di me, mi bacia una volta, due, tre…approfondiamo il bacio.
Giuro che d’ora in poi leggerò anche il depliant all’apparenza più inutile. Pensa un po’che risultati.
Passa qualche minuto e continuiamo la nostra passeggiata. Raggiungiamo la parte vecchia della città, camminando abbracciati stretti, in modo che non si capisca dove finisco io ed inizia lui.
Pausa sigaretta davanti all’Arco.
<<si dice che gli Champs Elysées siano molto più lunghi da percorrere di quanto sembrino. E che se ti metti davanti all’Obelisco in Place de la Concorde, puoi vedere attraverso L’Arcodi Trionfo l’ Arco de La Défense!>>
Che palle. Come mai tanto interessato a fare il turista?
<<sì, Bill, ma…penso che si riferisca a quello che puoi vedere di giorno, sai? Alla luce del sole..>>
Si blocca per un istante, sembra intristito, poi scoppia a ridere.
<<sì…forse sì!>>
L’adoro quando ride. Vorrei solo nascondere le sue labbra con le mie e farlo sparire sotto di me. Cosa che avrei fatto molto volentieri se questo capriccioso cantante non mi avesse trascinato fuori dall’Hotel.
<<ci proviamo lo stesso?>>
<<uffa…>>
Mi guarda accigliato.
<<sono stanco…>>
<<uffa…>>
<<non farmi il verso, moccioso>>
Si arrabbia. Quando gli salta la mosca al naso è ancora più sexy.
Oh, Dio…Un guizzo negli occhi e un sorriso malizioso.
<<va bene, torniamo in albergo, Tom>>
Cos’hai in mente, stavolta?Non mi parla per tutta la camminata di ritorno. Quando cerco di incontrare il suo sguardo, alza leggermente le sopracciglia con fare saccente e sorride in modo enigmatico. E’impossibile capire cosa pensa, a volte, persino per me.
Quando entriamo il portiere ci saluta. Il mio caro fratellino non risponde. Sa il francese meglio di me, ma l’ha sempre odiato, quindi non lo parla volentieri.
Che c’entra, adesso?Sono teso. Cosa succederà appena arriveremo in camera? Le fantasie mi portano ovunque.
Non sono completamente in me quando Bill mi spinge in camera ed inizia ad armeggiare con la mia cintura, dopo aver sollevato la mia felpa e la maglietta.
Lo aiuto a liberarmi dai vestiti. Resto in bermuda. Mi butta sul letto, ha ancora in mano la mia cintura…inizia a baciarmi.
Uccidimi.Sale a cavalcioni su di me, spingendomi più in alto fino ad avere la testa praticamente contro la spalliera a sbarre d’ottone…mi prende i polsi con le mani e le porta in alto,senza smettere di baciarmi e strofinare il bacino contro il mio….
Ma che?!?Non riesco a muovere le braccia. Bill smette di baciarmi e sorride soddisfatto seduto sui miei addominali.
<<così impari a non assecondarmi, Tom.>>
Si piega su di me e mi bacia la fronte. Sussurra con le labbra davanti ai miei occhi
<<bonne nuite mon cher>>
Poi si allontana da me, scende dal letto e va in bagno, a struccarsi e cambiarsi credo.
Bastardo…Prima mi arrabbio, poi mi viene da ridere.
Bill è Bill…come avevo potuto credere di tenergli testa?
Torna da me senza far particolarmente caso alla mia presenza. Ho il fondato sospetto che faccia apposta..
Si sdraia vicino a me. La luce che entra dalle finestre è puramente proveniente dalle stelle.
Siamo troppo in alto perché altre luci possano raggiungerci…<<bill..?>>
Non risponde.
<<bill>>
<<che vuoi ancora?>>
Non lo vedo ma sono sicuro che sta sorridendo, il mio enfant terrible.
<<liberami, altrimenti domani avrò mal di braccia tutto il giorno>>
Niente. Silenzio.
<<bill…per favore…>>
Si alza a sedere, posso vedere il suo profilo nella luce argentea e nera.
<<…continua.>>
Solleva un ginocchio, vi appoggia un gomito, due dita su una tempia. Uno sguardo sibillino rivolto a me.
Non posso crederci.<<bill…>>
Si china su di me.
<<dai, supplicami un po’…>>
Sta scherzando?!Solleva il mio mento con l’indice. Quello sguardo che mi perfora non cambia. Sembra capace di ipnotizzare. Ma non ci penso neanche, stavolta non cederò.
Si avvicina, mi sfiora il collo con la lingua, poi lo morde.
<<bill!>>
Si tira indietro e scoppia a ridere, una risata argentina.
Un giocattolo. Sono il suo giocattolo.Allunga le braccia sopra di me e mi scioglie i polsi. La mia cintura scivola per terra.
Mentre mi massaggio le mani per riprendere un po’ di sensibilità, resta lì a guardarmi, tranquillo.
<<sei pentito? Non mi obbligherai più a rientrare solo perché sei pigro?>>
Gli salto letteralmente addosso e lo massacro di solletico. Non lo può reggere. Perde tutto il fiato nel ridere.
<<to…Tomi!! Ba-asta!!! Ti prego!!>>
Lo fermo sotto di me, a pancia in giù.
Gli sussurro in un orecchio
<<ah, adesso chi è che supplica?>>
Nella penombra vedo che arrossisce.
Si gira sotto di me, ci baciamo. Siamo troppo stanchi malgrado tutto…così finisce che ci addormentiamo abbracciati, io senza nemmeno aver tolto del tutto i jeans.
Oh, notte, benedetta notte…